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descrizione dell’arte
L’arte indigena australiana è la forma d’arte più longeva al mondo e risale a 50.000 anni fa.
L’arte indigena riflette la mitologia aborigena dei sogni (o storie della creazione), canti e balli risalenti al tempo in cui gli spiriti ancestrali hanno creato la terra. Vista la scarsa necessità di beni materiali, gli indigeni australiani ebbero la libertà di esplorare nuove dimensioni di creatività. Gli aborigeni sono profondamente spirituali e la loro terra è di estrema importanza per loro. Essendo stati investiti del ruolo di custodi, gli aborigeni condividono una relazione intima con la loro terra, la quale in cambio offre loro una meravigliosa armonia. I canti e le storie vengono tramandate da generazione a generazione in modo perpetuo e variano da comunità a comunità. Vista la mancanza di una lingua scritta, l’arte aborigena narra una storia visuale. Nonostante quest’arte sia stata raramente custodita nei secoli passati, il suo significato culturale è sempre stato quello di tramandare conoscenza e tradizione. Originariamente si disegnava sulla sabbia, s’incideva sulle pareti rocciose o si dipingeva sui corpi per fini cerimoniosi, mentre in tempi più recenti l’arte si è evoluta in dipinti su canvas o lino, incisioni all’acquaforte, screenprints, tessuti, vetro o oggetti di legno, sempre mantenendo l’iconografia autentica dei loro predecessori. Questi disegni e stili sono unici e tipici delle diverse regioni d’Australia e non possono essere venduti, trasferiti o dati via a nessun’altra comunità (una forma di copyright). Il movimento artistico indigeno australiano ha un profondo impatto sull’identità dell’arte australiana. Anche se questi artisti hanno introdotto i propri stili individuali, l’arte tradizionale non abbandona mai la propria essenza spirituale ed è sempre basata su elementi tradizionali. Queste opere sono dinamiche ed audaci di natura con tonalità, colori e tecniche in continua evoluzione. Ogni pezzo è espressione della profonda conoscenza dell’artista del suo paese e storia, producendo una vibrante forma d’arte visuale. Le donne nell’arte aborigena Le piante ed arbusti medicinali sono raffigurati con diverse forme di foglie, e radici e diversi colori. Nella quotidianità queste piante medicinali vengono utilizzate per curare tagli, ferite, morsicature, e come unguenti per la pelle e repellenti per gli insetti. Le foglie vengono solitamente fatte bollire per estrarne l’essenza, che viene poi a sua volta mescolata ad una pasta, spesso di grasso animale. Ci sono molti cibi disponibili nell’ambiente naturale delle comunità aborigene, per esempio le prugne selvatiche, i pomodori e le banane del bush, i yams, le uvette del deserto, le arance selvatiche, le pere native, le cipolle ed il tabacco selvatico e le prugne del bush. La patata del bush, per esempio, viene raffigurata nella loro arte come una rete di linee allungate che rappresentano il sistema di radici che le donne devono seguire, scavando per arrivare al cibo. Altri elementi raffigurati nella loro arte includono piccoli rettili, come le goannas della sabbia e i tacchini del bush, che sono anche ottime prede. Il sugarbag oppure miele selvatico si trova nei tronchi d’albero vuoti ed è molto spesso raffigurato nella loro arte. I coolamons o piatti di legno usati per portare i cibi raccolti, sono spesso presenti nei dipinti ‘bush tucker’ (raffigurazioni di scene riguardanti il cibo o la ricerca di esso), insieme con i bastoncini usati per scavare. Questi disegni ‘bush tucker’ sono ricchi ed unici. |
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